Io e Noël siamo da poco tornati da un viaggio di tre settimane in Polonia, Svizzera e Italia, dove il mio compito in ciascuno di questi contesti era di esporre le Scritture. Di seguito condivido sette esperienze che sono rimaste nella nostra mente, e che stanno portando frutto nel nostro modo di fare ministero.

1. La forma e le catene del Cattolicesimo

Il principale comune denominatore di questi tre eventi era la sfida di annunciare il vangelo di Cristo a menti e cuori formati e incatenati da secoli di dominio religioso e culturale del Cattolicesimo Romano. Sì, intendo proprio incatenati.

  • Incatenati da secoli in cui, in primo luogo, si è vietato (sotto la minaccia di morte nel sedicesimo secolo) e poi si è sminuita la lettura delle Scritture, considerata una cosa pericolosa per la fede autentica, e sottoposta all’interpretazione e alle aggiunte del Papa. Mi hanno raccontato la storia di una suora ottantenne convertitasi recentemente che non aveva mai letto il Vangelo di Giovanni.
  • Incatenati dalla concezione del Cristianesimo del Cattolicesimo Romano che allontana le persone dalla semplice comunione con Dio, attraverso Cristo e la sua parola, a favore di una completa dipendenza da altri mediatori, inclusi Maria, i santi, le indulgenze, i sacramenti celebrati dai sacerdoti, e l’onnicomprensivo sistema di autorità fuori dalla Bibbia.
  • Incatenati da un sistema di penitenza strutturato dal potere papale che opprime la coscienza del penitente prigioniero dei riti, con luoghi, tempi, eventi e strutture per ottenere un sollievo momentaneo dalla colpa. Per esempio, accanto alla consueta necessità di ricevere fisicamente la grazia attraverso il pane transustanziato nella messa, e il momentaneo alleggerimento dal peccato al confessionale, Papa Francesco ha proclamato per quest’anno un Giubileo straordinario in cui “l’indulgenza è concessa ai fedeli”.

Per esempio, nella sua lettera si legge: “Per vivere e ottenere l’indulgenza, i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni cattedrale o nelle chiese stabilite dal vescovo diocesano, e nelle quattro basiliche papali a Roma, come segno di desiderio profondo di vera conversione”.

La Riforma non è finita

Il pensiero secondo cui “la Riforma è finita” è, a mio parere, provinciale. Essa non è mai arrivata in Italia. E’ stata silenziata dallo spirito rivoluzionario particolarmente secolare in Francia. Ed è stata indebolita nell’Europa dell’Est da un’energica contro-riforma Cattolica.

Il grande bisogno d’oggi è una proclamazione vigorosa, chiarissima, unta dallo Spirito — nelle chiese, nei media, e a tu per tu — del vangelo della giustificazione per la sola grazia, sulla base di Cristo solo, per la sola fede, alla sola gloria di Dio, così come definita con autorità suprema nella sola Scrittura. Ci sono poche cose che rendono la preziosità e la potenza di questi “sola” ancora più evidente che la situazione religiosa dell’Europa continentale di oggi.

2. Emergenti Movimenti del Vangelo

In ogni posto dove sono stato ho visto un crescente movimento saturo del vangelo, composto principalmente da giovani (ma non solo giovani!) europei impegnati nella fondazione di chiese, evangelizzazione aggressiva e la teologia Riformata che trasforma le vite. In Francia, Svizzera, Italia, e Germania, l’influenza di The Gospel Coalition (TGC) è percepibile.

In linea, però, con le intenzioni dichiarate di TGC, non ci sono “rami” internazionali. Se ci saranno espressioni internazionali della teologia e della visione ministeriale di TGC, esse dovranno essere create, concepite, strutturate e guidate da persone sul posto. Questo sta accadendo. Da quello che vedo io, ciò si deve all’opera-sul-campo dello Spirito Santo, cosicché TGC non è il catalizzatore primario, ma piuttosto un modo di identificare una delle opere di Dio in relazione alla stessa divina opera in altri luoghi.

In particolare, ho avuto modo di conoscere alcuni notevoli ministeri e chiese che riflettono l’energia, la gioia, e la serietà di uno sforzo evangelistico aggressivo. Nuova Vita è una chiesa a Bologna, con ministeri significativi a favore dei profughi e delle prostitute (che loro chiamano i loro “tesori”). Mark Brucato, uno dei pastori della chiesa, mi ha raccontato una storia della stupenda grazia di Dio. Uno dei “tesori” si convertì a Cristo. Il suo “cliente” più fedele, invece di allontanarsi da lei, si convertì anch’egli. Entrambi furono battezzati e dopo essere usciti dall’acqua, lui le chiese di sposarlo.

Dio è all’opera salvando quelli che spesso pensiamo non possano essere proprio salvati.

Non tutte le sfide finiscono con la trasformazione

Un pastore missionario, che è in Francia da trent’anni, mi ha raccontato di una nuova sfida nella sua piccola chiesa. Uno dei membri, mentre stava studiando sessualità a scuola, giunse alla convinzione che la parola Greca porneia significa sempre “prostituzione” anziché il suo solito significato di “fornicazione”. Questo membro influente stava perciò insegnando che il Nuovo Testamento non dice nulla a riguardo di una coppia di fidanzati che vanno a letto insieme. In molto molto pratico si stava opponendo a ogni tentativo di esercitare la disciplina di chiesa in casi del genere.

Queste sono le sfide della vita di tutti i giorni di un fondatore di chiese in Francia.

3. Speranza per universitari disperati

Bologna, in Italia, è la sede dell’università più antica d’Europa, e gli evangelici stanno cercando di raggiungere gli studenti.

Mi è stato detto che il tasso di disoccupazione giovanile in Italia tra i 18 e i 38 anni è circa del 45%. Questo ha creato un’atmosfera di depressione e mancanza di speranza tra molti studenti che vedono ben pochi sbocchi futuri per il loro impegno negli studi univeristari. Alcuni arrivano perfino a ingannare i lori genitori, fingendo di frequentare le lezioni, ma in realtà utilizzando i soldi per vivere divertendosi fino al momento della laurea, e poi, al momento in cui i loro genitori scoprirebbero come stanno davvero le cose, si tolgono la vita.

Cristo ha speranza da offrire a questi studenti, perché quello che egli offre ha un valore talmente eterno che né povertà né afflizione possono far smettere un nuovo credente dal sovrabbondare di gioia e generosità (2 Corinzi 8:1–2).

4. Due sorprese a Roma

Abbiamo trascorso un’intera giornata passeggiando intorno al Colosseo e ai Fori Imperiali nel cuore di Roma. Due cose erano per me nuove e mi hanno sorpreso. Una è stata la dimensione imponente del Colosseo. Era davvero impressionante per la sua grandezza — specie la sua altezza — considerando che fu costruito nel primo secolo senza nessuno dei moderni macchinari. Queste enormi pietre sono state collocate in modo perfetto — tanto da reggere ancora duemila anni dopo— senza nessuna gru. È l’anfiteatro più grande mai costruito. La sua costruzione cominciò sotto l’imperatore Vespasiano nel 72 d.C., e fu completata nell’80 d.C. sotto il suo successore e Tito.

L’altra cosa che mi ha colpito è stata la realizzazione che il Colosseo fu costruito con il bottino preso da Tito dalle Guerre Giudaiche nelle quali il Tempio di Gerusalemme fu distrutto. Nell’82 d.C. l’Arco di Tito fu eretto da Domiziano per commemorare la vittoria di Tito in quelle guerre. È tuttora in piedi. Mentre ero lì, ho visto all’interno dell’arco i rilievi della processione trionfale in cui si vede molto bene la Menorah Ebraica. “Insieme al bottino, circa 100.000 prigionieri Ebrei furono portati a Roma dopo la guerra, e molti furono impiegati nell’enorme forza lavoro necessaria alla costruzione” del Colosseo (Wikipedia).

5. Nudità nel Vaticano

Abbiamo visitato la Cappella Sistina, dove ci sono le celebri scene della Creazione e della storia della redenzione rievocate negli affreschi di Michelangelo. La mia ammirazione per il genio artistico di Michelangelo è enorme. Sono meno certo di cosa egli abbia cercato di comunicare.

La gran quantità di nudità nel Vaticano è stupefacente per chiunque non abbia già deciso che considerazioni come queste sono il segno d’ignoranza artistica.

Sono andato via domandandomi seriamente se tutte queste parti intime onnipresenti sono un messaggio devoto, o un sottile sprezzo per la chiesa. L’esposizione sfrontata delle natiche di Dio è davvero una fedele esposizione di Esodo 33:23? Oppure è stata una provocazione nei confronti del Papa?

La mia opinione è che se questo è un tentativo di esposizione, non è riuscito.

6. Calvinisti gioiosi, umili, missionari

La Predestinazione è stato un tema caldo della conferenza in Italia. Sono stato intervistato da un conduttore dalle Assemblee di Dio per un programma televisivo e una delle sue domande è stata: “Che cosa significa la predestinazione per te?”. Poi c’è stata un’intervista sul palco di fronte a 1.500 persone in cui una delle domande è stata ancora: “Perché la predestinazione è importante?” Ho fatto del mio meglio per essere pastoralmente sensibile e fedele alle Scritture, come Atti 13:48: “Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero”.

La mia impressione è che le divisioni nella chiesa su questa questione siano, in parte, definiti da elementi generazionali. I vecchio stereotipi su quelli che abbracciano le dottrine della Riforma non si applicano come nel passato. Sempre di più quelli che amano queste dottrine sono gioiosi, umili, evangelistici, orientati alla missione, e innamorati della chiesa. Quando le obiezioni basate sugli stereotipi non funzionano più, ci resta solo la Bibbia. Per esempio, la preghiera di Gesù al Padre: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati” (Giovanni 17:6).

7. Tutte le culture hanno bisogno di trasformazione

Mi è stato chiesto degli effetti della cultura sull’evangelizzazione. Quello che ho ritenuto fondamentale dire è che tutte le culture sono egocentriche, autoesaltanti, e fondamentalmente ribelli a Dio. Tutte le culture— americana, italiana, tedesca, polacca, nigeriana, brasiliana, cinese — tutte. Il motivo è che tutte le culture sono fatte di esseri umani. Niente esseri umani, niente culture.

Secondo le Scritture, tutti gli uomini, senza la nuova nascita soprannaturale attraverso Cristo, sono per natura ribelli a Dio e amanti della loro gloria. “Infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio” (Romani 8:7–8). “Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni degli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?” (Giovanni 5:44).

Le forme della ribellione variano dunque da cultura a cultura. Ma alla radice, tutte “non sono sottomesse alla legge di Dio e neppure possono esserlo.” L’uomo è al centro, non Dio. Tutte allo stesso modo hanno bisogno del vangelo della grazia sovrana.

Pregate per l’Europa

La mia impressione generale ritornando a casa al ministero stabile è che Dio ha un popolo in ogni parte d’Europa con una passione per il suo nome. Abbiamo visto le evidenze di cuori di roccia e di macigni. Ma siamo stati colpiti soprattutto dal fatto che questo non è peculiare di questo posto o di questo secolo. Né è neppure un problema per Dio “che mutò la roccia in lago, il macigno in sorgente d’acqua” (Salmo 114:8).

Preghiamo quindi per la chiesa in Europa, mentre desideriamo profondamente un grande risveglio qui in America. Proprio quando tutti gli analisti stanno facendo notare che la forza del Cristianesimo si è spostata verso il Sud e l’Est del mondo, non sarebbe tipico del nostro Dio sorprendere tutti con grandi conversioni a Cristo nelle cinquanta nazioni d’Europa — forse già l’anno prossimo per i cinquecentenario della Riforma.